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Che succede quando non serve più?
Che differenza c’è tra “rifiuto” e “scarto”? Cosa succede a un oggetto quando si rompe o quando non mi serve più? Chi o cosa stabilisce il fine-vita dei nostri beni di consumo? Il concetto di sostenibilità e di economia circolare spesso rimane un’idea astratta mentre se lo applicassimo ci accorgeremmo della differenza “strutturale” e programmatica rispetto all’economia lineare e al mercato dei beni e dei servizi in cui viviamo noi occidentali. La possibilità di avere materie prime in esaurimento e agli elementi rari rischia di scatenare nuove guerre nei prossimi anni mentre è possibile modificare la produzione industriale attraverso nuovi approcci, come le 9R (refuse, rethink, reduce, reuse, repair, refurbisch, remanifacture, repurpose, recycle, recover) o l’Economia della Ciambella.
Con Paolo Di Napoli, laurea in Ingegneria aerospaziale e PhD in Scienza dei Materiali, dopo alcuni anni da ricercatore in Olanda e al Politecnico di Losanna, si dedica a progetti di sostenibilità e a divulgare nuove modalità di progettazione industriale all’insegna del Life Cycle Assessment (LCA). Oggi è consulente e formatore per aziende e start up e si occupa di divulgazione in Officine Creative Torino, ToScienceCamp e attraverso il progetto Plastic Alla Around/Precious Plastic.
Un mare di futuro
Nel 2021 è iniziata la Ocean Decade, voluta dall’UNESCO per stimolare scienziati e cittadini a guardare con occhi diversi il mare che è un ambiente in parte ancora sconosciuto e poco raccontato, mentre è chiarissimo il ruolo dell’oceano nella crisi climatica in atto. Il mare può offrire incredibili quantità di energia (maree, ma soprattutto le onde), può esser luogo dove trasferire impianti eolici e fotovoltaici e può esser fonte di cibo e di materie prime. È dunque molto più importante di quello che pensiamo ed è importante per tutti, anche per chi abita lontano dalla costa, in pianura o in montagna. Quali sono gli scenari possibili con particolare riferimento al clima del mediterraneo e alla biodiversità del nostro mare? Come parlarne con i ragazzi?
Con Selvaggia Santin CMCC - Euro-Mediterranean Center on Climate Change, laurea in Biologia Marina e PHD in Biodiversità ed Evoluzione, si occupa di comunicazione per il centro di ricerca sul clima del mediterraneo. Ha scritto testi per la didattica del mare ed è vicepresidente dell’Ocean Literacy Italia.
Biodiversità: facciamo la differenza giorno per giorno
Sono cinque le minacce principali alla biodiversità: i comportamenti dell’uomo nei confronti di habitat terrestri e marini; lo sfruttamento eccessivo delle specie animali e vegetali; i cambiamenti climatici; inquinamento di ogni genere; le specie aliene invasive trasportate dall’uomo fuori dalle loro aree naturali, che sono la principale causa di estinzione degli animali (circa un terzo di tutte le estinzioni conosciute). La percezione di noi semplici cittadini è che siano problemi troppo grandi, lontani dalla volontà di rimediare. Al contrario! Sono certamente necessarie politiche nazionali e accordi internazionali, ma anche i nostri gesti quotidiani sono gocce importanti nel mare del cambiamento. Soprattutto per abituarci a cambiare punto di vista e non lasciarsi andare al “si è sempre fatto così”.
Con Piero Genovesi, Laurea in Zoologia e PhD in Ecologia Animale, si occupa di conservazione delle specie animali in qualità di responsabile Area Conservazione e Gestione della Fauna per l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Tra i massimi esperti mondiali di specie aliene invasive, collabora con l’Unione mondiale per la conservazione della natura e con la Convenzione delle Nazioni Unite per la biodiversità.
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